Francesca Bonafini

Da "Mangiacuore" (Fernandel, 2008) a "La strada ti chiama" (Sinnos, 2022; Premio Andersen 2023 come miglior libro oltre i 12 anni) : l'archivio delle mie pubblicazioni, presentazioni, readings, rassegna stampa

Tag: Ivano Fossati

Intervista a Radio inBlu


Abbiamo parlato del fascino delle parole, e dell’importanza di farne un uso consapevole, responsabile e virtuoso. E poi ancora: di stereotipi scardinati, di Leopardi e della potenza musicale dei suoi versi, del “fans club delle parole entusiasmanti” fondato da Maddalena e le sue amiche, e della ragion d’essere della letteratura, ovvero lo stile, e del fatto che la letteratura non è avulsa dalla nostra quotidianità, bensì la nutre. Infine abbiamo parlato di Ivano Fossati, di Fabrizio Frasnedi, e dei nomi delle persone, che, come dice Maddalena nel romanzo, sono più belli dei nomi delle cose, perché “contengono tutte le meraviglie del mondo”.
Questo e altro nell’intervista andata in onda ieri sera su Radio inBlu, che si può riascoltare qui.

Dopo tutto

insound2.0

 

Un mio scritto su Dopo tutto  – album live di Ivano Fossati uscito lo scorso dicembre – pubblicato sul nuovo numero della rivista musicale Insound magazine.

 

 

 

 

 

Di Ivano Fossati ho scritto anche:

Pensiero stupendo


Una mia piccola recensione al doppio album “Pensiero stupendo. Le canzoni di Ivano Fossati interpretate dai più grandi artisti italiani” è uscita sul nuovo numero della rivista musicale InSound magazine.

 

 
Di Ivano Fossati ho scritto anche:

Una lunga fedeltà. Con Ivano Fossati è cominciata così.

Era il 1996, era il tour di Macramè, era il mio primo concerto di Ivano Fossati. Verona, teatro Filarmonico. Mi ci ha portata la mia amica Chiara Casarella, che lo amava di già. Io invece Ivano ancora non lo conoscevo.
Non so se ci avete mai fatto caso: c’è un momento preciso in cui ci si accorge di essere innamorati. Un momento luminoso che è una piccola devastante irragionevole epifania, una rivelazione che ci modifica per sempre e non si torna indietro più. Con le canzoni di Ivano è successo pochi giorni dopo quel concerto. Avevo comprato i due storici live del ’93. Ero a casa, mi stavo preparando per uscire, nello stereo avevo messo Ivano, ero distratta. Improvvisamente la folgorazione. La canzone era Carte da decifrare.
Ecco, io non ce l’ho proprio per niente l’innamoramento facile, ma quando mi succede è la fine. Quando succede sono spacciata. E non voglio perdermi nulla e non mi spaventa nulla, neanche le lacrime, la fatica, la malinconia.
Un altro genovese, don Andrea Gallo, dice, più o meno con queste parole: che frase è “non ti amo più”? Non è possibile. Non amare più significa non avere amato mai.
Io la penso come don Gallo. L’amore ha un inizio, ma non una fine.
Negli anni in cui abitavo con Thomas e avevamo un gruppo musicale che si chiamava Statale 17, Fossati e De André li chiamavo i miei genovesi. Erano il nostro pane quotidiano. Riempivano la nostra musica e le nostre giornate. Avevo poco più di vent’anni, sognavo Genova, non c’ero mai stata. Quando morì De André andai a Genova per la prima volta nel giorno del suo funerale. Volevo essergli in qualche modo vicina.
Un fossatiano (un fossatiano vero) che legga il mio Mangiacuore, non può non riconoscere Ivano tra le righe. Non per l’esergo tratto da Il canto dei mestieri, non perché nel testo cito esplicitamente alcuni versi de La canzone popolare e di Italiani d’Argentina, ma perché Ivano c’è dappertutto. E lì. Nella lingua, nei dettagli, nel suono di certe parole. Ivano è lì, metabolizzato al punto da diventare altro, da diventare parole mie.
Fossati è uno dei miei maestri, uno dei miei punti di riferimento. Le parole di Ivano sono con me, mi accompagnano sempre. Non nella testa, ma nella carne tutta. Sono parole fatte carne.
Dal 1996 ho seguito Ivano in ogni suo tour, ho visto tanti concerti e partecipazioni varie, sono stata a sentirlo parlare al Festivaletteratura di Mantova, ho letto tutto ciò che lo riguarda, sono stata a Genova per la sua festa di compleanno al teatro Carlo Felice, compiva cinquantanni. Ho ricordi bellissimi, che qui non voglio raccontare. Li racconto a volte a voce, agli amici. Ho scritto di lui in Sex machine. L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo (Auditorium, 2011), ma in fondo ho scritto di lui sempre.
Adesso, stasera, in questo Decadancing Tour che ho seguito a Milano, a Bologna, a Genova, a Napoli, ecco, stasera al teatro Filarmonico di Verona è stato il mio ultimo concerto, perché Ivano ha deciso che dal vivo non suonerà più.
Benvenuto anche il tuo nome fra le future nostalgie, Ivano.
Ma tanto è come dice don Gallo, sai? Per me è proprio così, come dice lui.

* “Una lunga fedeltà” è il titolo del libro che raccoglie gli scritti di Gianfranco Contini su Eugenio Montale. Mi sono permessa di prenderlo a prestito.

Il Decadancing tour di Fossati su Insound magazine

 

Il mio articolo sul concerto di apertura del Decadancing tour di Ivano Fossati (Milano 9 novembre 2011, Teatro degli Arcimboldi), apparso su Insound magazine di dicembre.
 

 

 

 

N.B.  L’ultimo tour di Ivano Fossati si chiama Decadancing tour, come è infatti scritto correttamente nell’articolo. Nel titolo purtroppo è stato riportato come Decadence tour: si tratta di un errore redazionale non di mia competenza, ma del quale comunque mi dispiaccio e mi scuso.

Ivano Fossati

Sul numero di dicembre di Insound magazine c’è un mio pezzo sul concerto di apertura del Decadancing tour di Ivano Fossati, Milano, Teatro degli Arcimboldi, 9 novembre 2011.


Del mio amato Fossati ho scritto a lungo nel volume Sex machine. L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo, edito da Auditorium e uscito la scorsa estate.

Il mio intervento si intitola “Con le mani sulla bocca ti canterei. L’immaginario erotico nelle canzoni italiane“.

La scheda del libro:

Quale fonte di liberazione sessuale abbia rappresentato per intere generazioni la scena musicale degli ultimi 50 anni è cosa nota.
Canzoni dai testi espliciti, provocatorie copertine discografiche, immagini e performance di musicisti capaci di emozionare non solo per il suono dei loro strumenti, ma anche per l’esibizione di un corpo libero ed esplosivo, hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione visiva e della cultura contemporanea.

Di questo tratta il volume SEX MACHINE – L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo (Auditorium Edizioni, euro 19,90),
con testi di Francesca Bonafini, Sergio Messina, Marco Pierini, Barbara Tomasino, e due inserti fotografici a colori (Sex Icons e Sex Covers).

  • “Il leone in tasca. Liberazione del corpo maschile, da Brando a Prince” di Sergio Messina
  • “Le donne nel rock: tra mito e martirio” di Barbara Tomasino
  • “Under my thumb. Misoginia e culto della virilità nel rock” di Marco Pierini
  • “Con le mani sulla bocca ti canterei. L’immaginario erotico nelle canzoni italiane” di Francesca Bonafini

Sex machine a Roma


Oggi a Roma, 3 luglio 2011.

"Sex machine. L'immaginario erotico nella musica del nostro tempo" (Auditorium, 2011).

Roma – 3 luglio – Casetta Rossa ore 18.30, presenti le autrici   Barbara Tomasino   e Francesca Bonafini. Con Giulia Villari (musicista), Gino Castaldo (giornalista), Claudio Chianura (direttore Auditorium Edizioni).

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Quale fonte di liberazione sessuale abbia rappresentato per intere generazioni la scena musicale degli ultimi 50 anni è cosa nota.
Canzoni dai testi espliciti, provocatorie copertine discografiche, immagini e performance di musicisti capaci di emozionare non solo per il suono dei loro strumenti, ma anche per l’esibizione di un corpo libero ed esplosivo, hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione visiva e della cultura contemporanea.

Di questo tratta il volume SEX MACHINE – L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo (Auditorium Edizioni, euro 19,90),
con testi di Francesca Bonafini, Sergio Messina, Marco Pierini, Barbara Tomasino, e due inserti fotografici a colori (Sex Icons e Sex Covers).

 

  • "Il leone in tasca. Liberazione del corpo maschile, da Brando a Prince" di Sergio Messina
  • "Le donne nel rock: tra mito e martirio" di Barbara Tomasino
  • "Under my thumb. Misoginia e culto della virilità nel rock" di Marco Pierini
  • "Con le mani sulla bocca ti canterei. L'immaginario erotico nelle canzoni italiane" di Francesca Bonafini

Con due inserti fotografici a colori
Sex Icons e Sex Covers

Sex machine. L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo

In libreria dal 7 luglio 2011 – distribuzione PDE

Sex machine
L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo

(Auditorium Edizioni)

sex machine-cover
Quale fonte di liberazione sessuale abbia rappresentato per intere generazioni la scena musicale degli ultimi 50 anni è cosa nota.
Canzoni dai testi espliciti, provocatorie copertine discografiche, immagini e performance di musicisti capaci di emozionare non solo per il suono dei loro strumenti, ma anche per l’esibizione di un corpo libero ed esplosivo, hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione visiva e della cultura contemporanea.

Di questo tratta il volume SEX MACHINE – L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo (Auditorium Edizioni, euro 19,90),
con testi di Francesca Bonafini, Sergio Messina, Marco Pierini, Barbara Tomasino, e due inserti fotografici a colori (Sex Icons e Sex Covers).

  • “Il leone in tasca. Liberazione del corpo maschile, da Brando a Prince” di Sergio Messina
  • “Le donne nel rock: tra mito e martirio” di Barbara Tomasino
  • “Under my thumb. Misoginia e culto della virilità nel rock” di Marco Pierini
  • “Con le mani sulla bocca ti canterei. L’immaginario erotico nelle canzoni italiane” di Francesca Bonafini

Con due inserti fotografici a colori
Sex Icons e Sex Covers