Si intitola Non avremmo mai dovuto. Le frasi che gli uomini sposati dicono alle amanti ed esce oggi, 24 giugno 2015, edito da ad est dell’equatore.
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Il frasario essenziale del fedifrago: istruzioni per l’uso.
È stato dimostrato da ricerche approfondite condotte sul campo che ogni marito fedifrago, quando si rivolge alla propria amante, attinge, più o meno inconsapevolmente, a un repertorio consolidato, una sorta di serbatoio dell’inconscio collettivo adulterino.
È come se i traditori avessero accesso a un manuale segreto in cui sono racchiuse le frasi utili a innamorare, rabbonire, turlupinare le malcapitate, nel tentativo di perpetrare all’infinito la bigamia.
Le amanti, nei primi tempi della relazione (e talvolta per un periodo molto lungo prima di insospettirsi), ascoltano con orecchie vergini le asserzioni del fedifrago, credendo nell’esclusività di quelle parole e ignorando che si tratta invece di formule condivise da tutta la categoria dei traditori.
Tali formule corrispondono a enunciati standard – con variazioni idiosincratiche minime – che accompagnano ogni fase della relazione: dalle sperticate dichiarazioni d’amore alle promesse di un futuro diverso, passando attraverso i ripensamenti (guarda caso, sempre post-coitali) nonché i moniti, le precisazioni, le preoccupazioni, le giustificazioni, le gelosie, le autocommiserazioni, le fantasie poligame, le pietose o impietose descrizioni opportunistiche della legittima consorte e delle copule coniugali, le esaltazioni appassionate del polimorfo sesso extraconiugale, e per concludere, i finti abbandoni e le nuove epifanie.
Qualunque sia la verità scientifica in proposito, a partire da oggi ogni donna possiede uno strumento indispensabile di difesa personale, perché il manuale del fedifrago non è più segreto: è qui, tra le vostre mani, sotto i vostri occhi, affinché vi possa essere di aiuto e di conforto.
Le mogli sapranno cosa raccontano i mariti alle amanti. Le amanti si accorgeranno di non essere sole, ma di subire insieme a migliaia di altre tapine un’ineluttabile logosfera comune. E infine, i fedifraghi dotati di intelligenza e umorismo potranno ridere di sé, ma forse chissà, talvolta anche riflettere.
Il fatto è che ci sono due modi per affrontare un tema doloroso come il tradimento: la tragedia e la commedia. Noi abbiamo scelto di corredare il frasario del fedifrago con storie vere di ordinaria comicità, sia perché il comico è la forma moderna del tragico, sia perché ridere dei propri disastri quotidiani è l’unico modo per non esserne sopraffatti.
Come suggerisce l’assennato finale del Falstaff di Verdi, la realtà della condizione umana è che siamo tutti gabbati. Così, con uno sguardo di tenerezza rivolto al nostro annaspare, davvero non ci resta che ridere.
Le autrici
Francesca Bonafini (Verona 1974) vive a Bologna. Ha pubblicato i romanzi Mangiacuore (Fernandel, 2008) e Casa di carne (Avagliano, 2014). Numerosi suoi racconti sono apparsi su riviste, quotidiani e antologie. È presente nel Dizionario affettivo della lingua italiana (Fandango, 2008) con il lemma «zaino» ed è una delle quattro autrici del romanzo collettivo Il cavedio (Fernandel, 2011). Ha scritto di musica italiana e in particolare di Ivano Fossati nel volume Sex machine. L’immaginario erotico nella musica del nostro tempo (Auditorium, 2011).
Caterina Falconi è laureata in filosofia. Ha pubblicato i romanzi Sulla breccia (Fernandel, 2009) e Sotto falsa identità (Galaad Edizioni, 2014). Ha scritto, con Simone Gambacorta, Una questione di malafede. Scambio a due voci sulla scrittura creativa (Duende, 2010). Numerosi suoi racconti sono apparsi su antologie e riviste. È presente nell’antologia Nessuna più (Elliot, 2013), curata da Marilù Oliva. È co-curatrice delle antologie L’occasione (Galaad Edizioni, 2012), La morte nuda (Galaad Edizioni, 2013) e Sogni senza frontiere (Edizioni dell’Arco, 2013). Ha collaborato alla stesura delle sceneggiature della seconda serie del cartone animato Carotina Super Bip, della Lisciani Group.
La rassegna stampa
“La Città”, quotidiano di Teramo: anticipazione dell’uscita di “Non avremmo mai dovuto. Le frasi che gli uomini sposati dicono alle amanti”, in uscita il 24 giugno 2015.
La Città, quotidiano di Teramo, 29 maggio 2015.
A cura di Simone Gambacorta, l’anticipazione del libro, in libreria dal 24 giugno.
(Il pdf dell’articolo è scaricabile qui)
“Il libro che fa tana ai mariti traditori
Adulteri, bugie, alibi e scuse: arriva il balla-detector di Bonafini e Falconi
Una guida semiseria con le frasi che gli uomini sposati dicono alle amanti
Due amiche, due scrittrici, due donne: hanno messo ancora una volta insieme i nomi “in ditta”, Francesca Bonafini e Caterina Falconi, e hanno scritto a quattro mani un libro insolito, curioso e molto divertente che ha soprattutto una virtù: riuscire a parlare dell’universo maschile, e in particolare a smascherare certe viltà e certe ipocrisie che accomunano più o meno tutti gli uomini, attraverso un’ottica squisitamente femminile. Arriva infatti nei prossimi giorni nelle librerie “Non avremmo mai dovuto”, un frasario semiserio del fedifrago italiano compilato dalle due autrici, che zigzagano brillantemente tra serio e faceto (Ad est dell’equatore, pp. 208, 12 euro).
Grazie a un campionario di bugie, luoghi comuni e alibi catalogati dal duo Bonafini-Falconi, “Non avremmo mai dovuto” dice ridendo e scherzando la verità, anzi l’amarissima e pure un bel po’ sconsolante verità, sulla questione relazioni extraconiugali. Il titolo del volume non lascia del resto dubbi sul tema: fulcro delle pagine è un evergreen per eccellenza del consorzio umano, le cosiddette e onnipresenti corna. Più precisamente, il libro zooma su quella sezione molto specialistica del variegato e sorprendente mondo adulterino che vede come protagonisti uomini sposati alle prese, sotto le lenzuola e non solo, con le rispettive amanti, il più delle volte disperatamente speranzose di spodestare la “titolare di cattedra” e così divenire le regine del cuore del principe azzurro di turno. E così questo volumetto costringe i maschietti e gli ometti e via ridimensionando a fare i conti con un’autocritica inesorabile, rivolta tanto al “si salvi chi può” quanto a “il più pulito c’ha la rogna”.
«Ogni marito fedifrago – questa la tesi delle autrici – quando si rivolge alla propria amante, attinge, più o meno inconsapevolmente, a un repertorio consolidato, una sorta di serbatoio dell’inconscio collettivo adulterino. È come se i traditori avessero accesso a un manuale segreto in cui sono racchiuse le frasi utili a innamorare, rabbonire, turlupinare le malcapitate, nel tentativo di perpetrare all’infinito la bigamia. Le amanti, nei primi tempi della relazione (e talvolta per un periodo molto lungo prima di insospettirsi), ascoltano con orecchie vergini le asserzioni del fedifrago, credendo nell’esclusività di quelle parole e ignorando che si tratta invece di formule condivise da tutta la categoria dei traditori». Bonafini e Falconi si addentrano con grande sense of humor in un lessico del tradimento ad uso e consumo delle fanciulle (a dire il vero non solo fanciulle, e non necessariamente in fiore), affinché sappiano destreggiarsi nell’interpretazione dei mille ingarbugliatissimi ed elusivi discorsi di cui i segreti dell’alcova le rendono inevitabilmente auditrici uniche e sole e non di rado desolate. E arricchiscono il tutto «con storie vere di ordinaria comicità. Sia perché – spiegano – il comico è la forma moderna del tragico, sia perché ridere dei propri disastri quotidiani è l’unico modo per non esserne sopraffatti».
È vero, non mancherà chi, specie tra militanti delle frange più ambigue e occhiute del moralismo bacchettone (e quindi semplificatorio) obietterà che, almeno fino a prova contraria, la complicità è pur sempre una forma di correità che impedisce, sommato tutto, di distinguere con nettezza tra sante e diavoli. Ma sarebbe un’obiezione di poco momento, e non perché infondata, piuttosto perché estranea alle finalità solidali, diciamo così, che hanno spinto le autrici a compilare questo spassoso manualetto. Lo si constata facilmente dinanzi all’enunciazione, così deliziosamente autoironica, degli obiettivi assolutamente pratici dell’opera, per tacere delle evidenti ragioni di necessità e urgenza che ne hanno decretata la pubblicazione: «A partire da oggi ogni donna possiede uno strumento indispensabile di difesa personale, perché il manuale del fedifrago non è più segreto: è qui, tra le vostre mani, sotto i vostri occhi, affinché vi possa essere di aiuto e conforto. Le mogli sapranno finalmente cosa raccontano i mariti alle amanti. Le amanti si accorgeranno di non essere sole, ma di subire insieme a migliaia di altre tapine un’ineluttabile logosfera comune. E infine, i fedifraghi dotati di intelligenza e umorismo potranno ridere di sé, ma forse chissà, talvolta anche riflettere».
Insomma, un effervescente mix tra la cassetta del pronto soccorso, la pietra filosofale e la cintura di sicurezza (citare altre cinture sarebbe forse fuori luogo) dove si individuano le modalità precipue e peculiari della retorica tipica del coniugato adultero: si va infatti «dalle sperticate dichiarazioni d’amore alle promesse di un futuro diverso, passando attraverso i ripensamenti (guarda caso, sempre post-coitali) nonché i moniti, le precisazioni, le preoccupazioni, le giustificazioni, le gelosie, le autocommiserazioni, le fantasie poligame, le pietose o impietose descrizioni opportunistiche della legittima consorte e delle copule coniugali, le esaltazioni appassionate del polimorfo sesso extraconiugale, e infine, i finti abbandoni e le nuove epifanie».
Francesca Bonafini, veneta di Verona, e Caterina Falconi, abruzzese di Giulianova (ma con natali atriani), dimostrano persino anagraficamente che tutto il mondo è paese anche per quanto riguarda la voce “fedifraghi”, e confezionano un divertissement che racconta uno spicchio clandestino della commedia umana, tenendo però fermo quel retrogusto amaro che alla fine diventa il vero bioritmo di tutte le scappatelle prolungate. Che poi la scrittura sia l’habitat privilegiato di queste due collaudate narratrici, è un fatto su cui non si discute.
Mo.mo”
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Il Centro, quotidiano d’Abruzzo, 7 giugno 2015.
A cura di Lalla D’Ingnazio, un’anteprima del libro che sarà in libreria dal 24 giugno
L’articolo è scaricabile qui.
Quotidiano Il Centro, 7 giugno 2015. Anteprima di “Non avremmo mai dovuto. Le frasi che gli uomini sposati dicono alle amanti”, in uscita il 24 giugno 2015.
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- I Libri: “Non avremmo mai dovuto – unico frasario semiserio del fedifrago italiano è un tesoro prezioso per ogni donna, uno strumento efficace di difesa personale più violento e simpatico di qualsiasi arte marziale.” (Alessandra Allegretti)
- Yahoo Italia: “Abbiamo raccolto dunque queste frasi, corredandole di storie vere di quotidiana comicità, perché l’unico modo per uscire sani di mente dalle faccende di corna è ridere, ridere, e ancora ridere”. (Intervista alle autrici su Yahoo Italia)
- Video servizio su Yahoo Italia
- Grazia.it:”Il perfetto libro per l’estate che ci aspetta”.
- The Huffington Post: “Questo frasario squisitamente letterario vi farà sorridere, riflettere, domandare fino a che punto noi e le nostre amiche siamo davvero in grado di non buttare il nostro cuore a chi non lo merita”. (Marilù Oliva)
- Mangialibri: “Con sguardo sornione e tono leggero le autrici portano alla luce i grandi classici dell’inganno amoroso – ma anche, simmetricamente, dell’ingenuità femminile – e li esemplificano con delle brevi parabole, portando all’attenzione del lettore casi pratici e aneddoti tragicomici.” (Eleonora Cocola)
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